Reggio Calabria

Un pesce di nome “Nando”, l’arte del Gyotaku per San Ferdinando e il suo mare

Elena Di Capita

L’associazione culturale Disìo presenta l’evento “L’arte del gyotaku per San Ferdinando e il suo mare. Un pesce di nome ‘Nando” attraverso il quale, grazie alla disponibilità degli artisti Elena Di Capita, Michael Rotondi e Anna De Noia, verrà donato alla comunità un gyotaku del pesce pettine.

L’opera, rappresentativa della bellezza e specificità della fauna marina locale, sarà il simbolo al contempo della bellezza del mare calabrese, e di San Ferdinando in particolare, e della lotta civica per mantenerne la sua meraviglia e specificità.

Il gyotaku è una tecnica di stampa naturale giapponese risalente alla metà del XIX^ secolo che, usata inizialmente dai pescatori per testimoniare le proprie catture, finì poi per evolversi come tecnica artistica vera e propria.

Proprio per il modo in cui si realizza, quindi, il gyotaku è la forma d’arte più indicata per vedere e toccare con mano la fragilità e la bellezza del mare di San Ferdinando: l’ “impressione” sulla delicatissima carta di riso di un pesce tipico di questo tratto di costa (il pesce pettine detto in dialetto “pesce surice”) vuole suscitare così indirettamente una riflessione sulla sua meraviglia, sul suo stato di salute e, quindi, su quanto ognuno può fare per preservarne splendore ed equilibrio.

Il pesce di nome ‘Nando verrà realizzato dall’artista Elena Di Capita durante la sua permanenza a San Ferdinando; successivamente verrà animato dal prof. Michael Rotondi e dalla sua allieva Anna De Noia e, in qualità di rappresentante di tutti i pesci di questo tratto costiero, accompagnerà la comunità nella sua battaglia civica a difesa del proprio mare.

L’evento è anche occasione per riflettere sul ruolo dell’arte che lavora ad un progetto comune non solo creativo, ma di difesa della bellezza dell’ambiente.

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Elena Di Capita (Chiavari, 1985), in arte Gyotaku Levante, studia arte a Chiavari, restauro a Brescia e Beni Archeologici all’Università di Genova. Ha lavorato come restauratrice ed archeologa in Italia, Yemen, Oman, Emirati Arabi Uniti, Francia. A seguito della nascita del figlio, scopre l’arte del gyotaku e apre il suo studio a Lavagna (GE). Membro del Gyotaku Art Takuseikai Europe, ha insegnato gyotaku a Zanzibar mediante un progetto femminile con l’associazione turca Umutsensin. Ha esposto a Siena e Rennes (Francia).

Michael Rotondi (Bari, 1977), passa l’infanzia e l’adolescenza a Livorno, ora vive e lavora a Milano dove è, tra l’altro, docente di Discipline e Laboratorio Multimediale al liceo artistico di Brera di Milano e docente di Arti Visive allo IED “A.Galli” di Como. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze partecipa a numerose mostre collettive e personali.

Tra le collettive si ricordano: Biennale di Praga, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Villa Reale di Monza, Biennale di Teheran, Palazzo Reale di Milano, Manifesta 12 Palermo, PAV Torino; ha esposto anche a Berlino, Valona, New York.

Tra le personali si segnalano mostre a Mumbai, Varsavia, Lissone MAC, Milano, Napoli. E’ stato finalista al Premio Arte Laguna e al Premio Cairo. Dal 2009 porta avanti un progetto sul disegno chiamato “Sto* disegnando !!!” da cui è nato un libro nel 2011. Fa parte del gruppo Wurmkos.  E’ stato pubblicato su diversi libri specifici.

Nel 2019 espone insieme a Wurmkos al Museo del ‘900 a Milano per il progetto sociale e performativo MIABITO da cui ne nasce una pubblicazione distribuita in tutta Italia. Nel 2020 è la volta di #io_manifesto progetto pubblico clandestino e collettivo di denuncia sociale degli spazi cittadini in disuso.

Nel 2021 un progetto di arte pubblica dal nome 140×140 a Livorno, un’installazione al Sacro Monte di Varallo ed un lavoro parietale in Sicilia nei comuni delle Madonie firmato OblogoestoRounds, pseudonimo urbano di un tavolo di lavoro condiviso per operazioni di arte pubblica.

Nella sua ricerca inserisce lavori multimediali in dialogo con altri media; la sua indagine avanza tra il supporto che cambia, la mostra intesa come unica opera d’arte e un’esperienza collettiva e di condivisione su un piano di lavoro laboratoriale.

Anna De Noia (Milano, 2005), vive e studia a Milano. Allieva del liceo artistico di Brera di Milano, indirizzo audiovisivo e multimediale.

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