Reggio Calabria

Il gioco “sporco” di una cittadinanza irresponsabile

Da anni ci ritroviamo a leggere, quasi quotidianamente, di lamentele o denunce-segnalazioni per rifiuti abbandonati per strada ed in ogni dove; in troppi casi, addirittura, si tratta di vere e proprie micro o macrodiscariche (anche nel Centro Storico).

Il “lancio della mundizza”, a Reggio, sembra esser divenuta una disciplina olimpica; che conta, d’altronde, numerosissimi iscritti se non inter quotati “clubs”.

Un fenomeno che coinvolge ogni angolo della città ed ogni fascia sociale; non solo i quartieri periferici poveri e “degradati” ma anche le zone residenziali “insospettabili”.

Numerosissimi sono i condomini di pregio architettonico e prestigio sociale (abitati da ceti medio-alti) che puntualmente non fanno uso minimo di mastelli, non rispettano orari di conferimento, non differenziano ed abbandonano in strada rifiuti di ogni tipo (inclusi gli ingombranti) senza alcun ritegno.

Dalla Grecia, oltre a cose meravigliose, questa città avrà ereditato sicuramente anche il senso della “tragedia”; opportunamente utilizzato come piagnisteo a discolpa delle proprie responsabilità e dei propri doveri da cittadino.

Eppure la Costituzione ricorda bene a tutti noi che la democrazia funziona se i cittadini la praticano nel rispetto-esercizio del binomio inscindibile “doveri-diritti”.

Invece una larghissima fetta di cittadini (non sottovalutiamo il fenomeno) sembra aver trasformato questo principio in una versione rriggitana: “Io ho il diritto di sporcare e Tu devi pulire!”.

In questo caso il “Tu” è riferito agli amministratori (di qualsiasi appartenenza politica); chiamati in causa a rispondere anche di attività di illegittimi ed illeciti abbandoni di imbarazzanti quantità di rifiuti che trasformano, in certi periodi dell’anno, la nostra città ed alcune zone specifiche in una vera “terra dei fuochi”.

Le conseguenze per la salute, oltre che per il decoro, sono devastanti; per non parlare dei costi aggiuntivi per interventi straordinari che vanno a ricadere sugli onesti cittadini che pagano regolarmente le tasse o per coloro che, seppur in difficoltà con i tributi, adottano comportamenti rispettosi mantenendo pulita la città.

Esiste una “cittadinanza attiva” esemplare e commovente: adotta aiuole, cura spazi abbandonati, fa campagne per la raccolta di rifiuti in spiagge o parchi.

Poi esiste questa inqualificabile parte di cittadini che fa il “gioco sporco” di nascondersi dietro un dito dando la colpa sempre agli altri.

Ci viene, quasi, il forte dubbio che i primi a protestare contro la mala-amministrazione siano proprio costoro; persone che definire “lordazzi” sarebbe un complimento.

Sembra essere divenuta una vera e propria patologia sociale; dannosa per sé e per gli altri. Come se, a casa propria, ci si prendesse spasso a sporcare tutto “tanto poi passa la colf e pulisce”; la coscienza, tuttavia, non può essere ripulita da nessuno al nostro posto.

La questione meriterebbe approfondimenti di studio sociale, antropologico e psicologico ad alti livelli ma la strafottente irresponsabilità di troppe persone degrada di fatto quotidianamente la nostra città: la nostra casa.

Tutto ciò al netto di disservizi che vanno categoricamente segnalati o denunciati: perché la responsabilità è un concetto che va praticato doverosamente ad ogni livello.

Devono essere responsabili i politici (ognuno nel proprio ruolo); gli amministratori (Dirigenti, Funzionari, Impiegati..); devono esserlo le Ditte che si occupano della gestione dei servizi loro affidatigli; i loro dipendenti ( aspetto di assoluto rilievo); i cittadini ed ogni soggetto della società civile o della comunità educante.

Le città pulite non sono tali perché vi sono super-amministratori o super-ditte per la raccolta dei rifiuti; lo sono anche, certamente, per merito loro ma il motivo principale di questa condizione è collegato strettamente al livello di civiltà e responsabilità dei cittadini che le abitano.

Ci faremo sempre promotori di pratiche sociali a supporto del rispetto della cosa pubblica e dei beni comuni ma anche di quelle culturali per provare, in qualche modo, a smontare comportamenti distruttivi che offendono l’intelligenza (oltre che la morale) di Chi, seppur scoraggiato, crede ancora all’idea di una città civile.

Chiediamo agli Organi competenti di intensificare controlli e repressione ma di attivare anche politiche di sensibilizzazione e consapevolezza civica.

Nel frattempo, anche rispetto a questo comunicato, siamo sicuri che in moltissimi si “assolveranno” da ogni responsabilità e, come da consolidata prassi, continueranno ad affermare che “è colpa degli altri”.

La città di “scindi e falla Tu” (per citare Nicola Giunta) è diventata “scindi e pulizza Tu”.

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