Reggio Calabria

Reggio Calabria, Neri (FdI) su protesta impianto rifiuti Sambatello: “Condivido le preoccupazioni della comunità”

Già nel 2018 il presidente della regione Mario Oliverio e l’assessore all’Ambiente Rizzo hanno prescritto al Comune di Reggio di ultimare l’Ato (Ambito territoriale ottimale dei rifiuti) di Reggio Calabria, già in ritardo rispetto agli altri ambiti già costituiti e, di conseguenza, a designare una discarica, tale da renderla operativa in breve tempo, in virtù del passaggio di competenze che si sarebbe dovuto concludere allo scadere dell’anno solare 2018”.

È quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Neri (FdI) in relazione a quanto sta accadendo in queste ore all’ingresso dell’impianto di Sambatello. Aggiunge Neri: “Il tergiversare della Città Metropolitana, con la richiesta di ripetute proroghe e la ‘consegna’ delle competenze, non curandosi del fatto che dal punto di vista economico, proprio il Comune capoluogo risultava essere il più moroso, ha costretto alla dura decisione il Dipartimento regionale Ambiente ad ottobre 2019, di commissariare il comune di Reggio Calabria, assegnando le deleghe alla Città Metropolitana. Dunque, da gennaio 2020 le deleghe sono ufficialmente dell’Ato in seno alla Città Metropolitana. E, a quanto pare, da lì iniziano i problemi; la mancata programmazione rispetto ad un tema delicato qual è la raccolta e lo smaltimento rifiuti, e l’individuazione di siti idonei, ha creato un’impasse che non è giusto che si riversi sulla comunità di Sambatello”.

Ad avviso del consigliere regionale: “Il Comune e la Città Metropolitana, come sito ‘idoneo’ allo stoccaggio provvisorio dei rifiuti in surplus emergenziale nella città, hanno scelto prima un’area soprastante ad una vasca già bonificata a Sambatello, e poi con una decisione beffarda per l’intera comunità della vallata, addirittura dentro l’impianto predisponendo l’imballaggio e lo stoccaggio per 180 giorni. L’impianto di Sambatello – continua Neri – è un impianto di produzione CSS-CDR, ossia combustibile derivato da rifiuti, materiale che alimenta le caldaie del termovalorizzatore di Gioia Tauro, per cui nulla ha a che fare con un sito di stoccaggio o discarica.

Molte sono le preoccupazioni dei residenti della comunità, in quanto l’area in questione soffre problematiche di natura idro-geologica e ambientale, considerato che si trova all’interno di una conca faunistica, su un terreno di natura torrentizia con le falde acquifere alla profondità di 7- 8 metri.

Inoltre – conclude – il sito dovrebbe essere attrezzato di un autonomo sistema antincendio e di una speciale raccolta del percolato e delle acque di prima pioggia. Interventi che difficilmente potranno essere attuati nei tempi annunciati. Nel sito in questione, da come mi è dato sapere, entro 30 giorni dovrà avviarsi il cantiere per la riconversione dell’impianto ormai fatiscente con un nuovo impianto anaerobico bilinea, secco e umido, di ultima generazione con progetto esecutivo al vaglio”.

 

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