Estero

L’America volta pagina, Biden eletto presidente, città in festa senza proteste e violenza

Editoriale di Enza Michienzi di Italia Report USA

“Salutiamo il nuovo presidente degli Stati Uniti e ringraziamo l’uscente per il servizio svolto”. Questa è la frase storica che gli americani negli anni hanno sempre utilizzato per commentare il risultato elettorale delle elezioni presidenziali.

Tutto uguale fino al 2016, ovvero fino alla elezione del repubblicano Donald Trump, l’anno in cui tutto è cambiato. È da allora che l’ America ha vissuto una deriva di violenza senza precedenti, l’inizio si può datate con le proteste di gruppi che misero intere città sotto assedio per protestare contro l’elezione del nuovo presidente.

Da allora e fino ad oggi non c’e stata pace. L’odio e la violenza di movimenti politici contro Trump hanno caratterizzato la fase politica e sociale di questi ultimi lunghissimi quattro anni.

Festa senza scontri

Finalmente da oggi, sabato 6 novembre, sembra che l’America volti pagina, mostrando il volto migliore di se stessa , ovvero quello dei tanti americani pacifisti. Una svolta che avviene  in contemporanea alla elezione del nuovo presidente democratico, Joe Biden.

Dopo tre giorni di incertezze sul risultato elettorale, i numeri – che secondo Trump non corrispondono alla volontà degli elettori – danno  vincente il ticket Biden-Harris, cosi in poche ore , svanita la paura che ha atterrito gli americani in questi ultimi mesi, le città americane sono state invase da cortei di auto in festa , ed è stato solo gioia e folcklore. Non si sono registrati incidenti, non ci sono stati tafferugli, la polizia ha presidiato i luoghi piu a rischio ma senza bisogno di intervenire.

Bandiere e clacson di auto hanno annunciano al mondo intero che l’America ha un nuovo presidente, una festa pacifica che non può non essere apprezzata, a prescindere dall’appartenenza politica.

Le immagini prevalenti sono stati di divertimento, non si sono visti in giro incappucciati armati di sbarre e mazze o gruppi in assetto di guerra per denunciare i tanto discussi voti postali.

È andata avanti cosi,  con carovane di auto chiassose, anche in città come Miami, che certo non ha contato un grande consenso elettorale per il neo presidente. In questa città del mare  e del divertimento crediamo che da oggi i ricordi della Downtown devastata da gruppi armati possono essere cancellati.

Il discorso alla nazione

Il protocollo elettorale prevede il discorso del neo presidente alla nazione

I preparativi in realtà erano gia in corso da tre giorni al Chase Center di Wilmington, la citta dove vive Biden. Infatti dopo solo 4 ore dai risultati degli Stati Pennsylvania e Georgia – determinanti per la vittoria demo-  Il palco era già pronto per ospitare il neo presidente e la sua vice, appuntamento con il mondo alle ore 8 pm, ora americana – Est Cost.

Mezz’ora in ritardo ed inizia lo show.

Ad aprire i festeggiamenti la vice presidente Kamala Harris, bella nel suo tailleur pantaloni bianco e camicetta in tinta. Con un sorriso che comunica tutta la gioia del momento, Kamala saluta il pubblico di un drive-in affollatissimo, con un emozionato “buonasera”, per ben sei volte e poi il via.

Il primo discorso alla nazione la vice presidente lo ha impostato soprattutto sul tema della inclusione, ringraziando in particolar modo i gruppi di sostegno ”voi che avete marciato in questi 4 anni” (chiara l’allusione al movimento Black lives Better).

Lei, la prima donna di colore ad investire un ruolo importante nell’amministrazione federale, si è rivolta alle donne: ”con la mia elezione abbiamo la certezza che in questo Paese tutto può succedere”. Una frase che riporta indietro nel tempo, novembre 2008 , il discorso alla nazione di Barak Obama, il  primo uomo di colore eletto presidente degli stati Uniti.

Il discorso alle donne secondo i primi sondaggi è piaciuto ma non soddisfacente.

Harris vice di Biden o Biden vice di Harris? Questa è la domanda che molti si sono sempre posti dall’inizio della campagna elettorale, e stasera ancor di più, anche se Biden ha sfoderato una energia sconosciuta ai più.

L’ipotesi più plausibile che circola dietro le quinte della politica americana è che, Harris – nonostante avesse tutti numeri per la candidatura alla presidenza- abbia dovuto rinunciare. Secondo gli osservatori politici e gli esperti, l’America non sarebbe pronta ad accogliere una candidatura femminile al Commander in Chief della prima potenza militare mondiale.

Una democrazia compiuta, però, si dice tale, solo  quando ogni barriera razziale o di genere è superata, e di questo , ne siamo certi, la Harris ne è fermamente convinta.

Ingresso Di Biden

Con lo stesso sorriso  e tra gli applausi dei presenti la neo vice presidente ha introdotto il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti d’America , Joe Biden,  che – con qualche secondo di ritardo-  è apparso sul palco tra il delirio dei presenti.

 Sarò il presidente di tutti gli Americani, non esiste uno Stato rosso e uno Stato blu ,noi siamo gli Stati Uniti d’America, è tempo di dire basta alla rabbia e alla demonizzazione della politica”. Applausi.

L’America che ritorna ad essere quella di sempre?  Sarà merito di Biden o sarebbe bastato solo un presidente democratico? Chi vive in questo Paese, come chi scrive, sa quanto è stato doloroso vedere le immagini televisire trasmesse in tutto il mondo di guerriglie urbane scatenate d gruppi prezzolati . Video di saccheggi e ferocia che non rispecchiavano e non rispecchiano la vera America.

Ricordo con emozione quando nel 2008 con Obama eletto, chiesi ad un’amica repubblicana “che ne pensi di questo nuovo presidente? Lei mi rispose: ’È il mio presidente”

L’idea del ritorno alla politica con il confronto civile e democratico rasserena tutti, anche gli oppositori di Biden, i repubblicani,  che in questo momento sono rappresentati al Senato con il 50% dei seggi, un numero che conta e che peserà sulle scelte politiche del futuro.

Nel suo primo discordo il nuovo inquilino della Casa Bianca ha ripreso il suo punto di forza in campagna elettorale: la lotta al Covid-19. “ Il nostro lavoro inizia con il mettere sotto controllo il Covid, gia da lunedì nominerò gli scienziati che guideranno la task force statunitense sul coronavirus”

Intanto dallo staff di Biden, secondo alcuni media, fanno sapere che le prime azioni da presidente vedranno la cancellazione di tutti i decreti a  firma Trump.

Con decreti presidenziali saranno cancellati tutti gli ordini firmati da Trump.

Biden metterà in atto da subito quanto promesso agli elettori con nuove regole a maglie larghe sulla immigrazione e regolarizzazione degli illegali, sarà cancellato inoltre il divieto di immigrazione musulmani e gli Stati Uniti non usciranno dagli accordi di Parigi sul clima,  per la riduzione delle emissioni, firmati nel 2015 da Barak Obama.

Resta per ora alla Casa Bianca Trump e family, e fino al 20 gennaio 2021 il presidente eletto non ne avrà accesso se non dopo la cerimonia di insediamento con il giuramento.

 

 

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