Crotone

Ernesto Alecci su nuovo parco eolico nei territori di Crotone, Cutro e Scandale

alecci - lamezia terme

Ancora una volta, la provincia di Crotone e la Calabria rischiano di essere utilizzate dal Governo come terra di conquista per le grandi multinazionali, senza nessuna programmazione per la crescita e lo sviluppo dei nostri territori.

Oggi ho fatto un sopralluogo nei territori di Crotone, Cutro e Scandale, dove sta per essere avviata la creazione di un altro impianto eolico di grandissime dimensioni da parte della società Renantis Italia S.R.L.. Con me erano presenti il segretario del Pd di Cutro, Salvatore Frontera, il Capogruppo in Consiglio comunale a Crotone Andrea Devona e il segretario provinciale Leo Barberio, i quali ringrazio per la puntuale segnalazione.

Secondo il progetto, le pale eoliche in questione potrebbero essere alte fino a 200 metri, cioè l’equivalente di un palazzo di 60/70 piani, con un enorme impatto non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche ambientale, all’interno di un territorio bellissimo che dalle colline degrada verso il mare.

Il progetto, secondo la documentazione, prevede, tra l’altro, una serie di espropri di alcuni terreni nelle aree sopraindicate.

La Calabria continua, dunque, ad essere sempre di più la “dinamo” dell’Italia e dell’Europa, con una produzione di energia che parte dai nostri confini verso le regioni del Nord Italia e dell’estero, energia di cui la Calabria non ha bisogno, facendo già registrare una produzione superiore ai fabbisogni, e che non lascerà sul nostro territorio né nuove economie per i Comuni nè la creazione di nuovi posto di lavoro.

Ad arricchirsi saranno, infatti, solo le “solite” multinazionali, senza considerare l’impatto ambientale sulla flora e sulla fauna di una provincia già di per sé martoriata negli dalla presenza di discariche e dallo sfruttamento delle risorse ambientali.

Tutto questo avviene nel totale silenzio della Regione Calabria e del Presidente Occhiuto, che di fronte all’ennesimo “scempio” non assume una vera e propria presa di posizione con un netto e definitivo diniego.

Una situazione resa ancora più paradossale dall’iter sull’autonomia differenziata che il Governo di destra continua a portare avanti, con un Sud che in casi come questo risulta indispensabile per far andare avanti la produzione delle aziende del Nord, per poi venire penalizzato dalla riforma di uno stato che, a convenienza, verrebbe diviso in due, in termini di servizi e investimenti.

Non possiamo assistere ancora una volta inermi, tutto questo è inaccettabile, bisogna lottare per far sì che scempi come questo nella nostra regione non avvengano mai più!

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