Reggio Calabria

Comitato Ponte Subito “vergognosa censura su Facebook, intervengano le Istituzioni”

ponte sullo stretto

“Quello che è successo ieri, con la rimozione della pagina facebook Ponte sullo Stretto di Messina che aveva smascherato le bufale di Report contro il Ponte, è gravissimo: le Istituzioni italiane ed europee intervengano per ripristinare la libertà sul noto social network di Mark Zuckerberg”.

Con una nota, il Comitato Ponte Subito sottolinea la gravità dell’episodio di ieri.

“Successivamente prosegue il comitato che da 15 anni si batte per la realizzazione del Ponte la pagina è stata ripristinata ma i post in cui c’erano tutti i dati scientifici che smentivano le fake news di Report sono stati rimossi. Lo stesso Report sul sito ufficiale, ha chiesto scusa per le infamanti accuse ai gestori della pagina, due ragazzi siciliani e calabresi, di essere legati a Webuild riconoscendo come la pagina sia autonoma, indipendente e libera.

A Gianfranco e Alessandro tutta la nostra solidarietà e l’invito a proseguire con forza, orgoglio, passione e coraggio una battaglia di scienza e libertà, prima che di sviluppo per il nostro territorio”.

“Quella di ieri prosegue il Comitato Ponte Subito è stata una giornata importante per l’aumento di capitale della Società Stretto di Messina SpA sancito con l’ingresso del Mef nella compagine societaria come socio di maggioranza.

Apprezziamo molto quest’ulteriore passaggio che inietta liquidità, credibilità e autorevolezza al progetto confermando quanto già documentato dal governo Meloni: si fa sul serio, l’inizio dei lavori è sempre più vicino e il nervosismo degli oppositori che come abbiamo visto con Report hanno alzato il tiro delle polemiche cavalcando luoghi comuni e leggende metropolitane, hanno paura davvero.

Prima dicevano che non c’era il progetto, poi che non c’erano i soldi: adesso che ci sono sia i soldi che il progetto decidono di scendere in piazza e divulgare menzogne, provando a bloccare tutto come hanno già fatto con la TAV e con la TAP imbrogliando i cittadini in modo strumentale. E sono destinati a fallire, ancora una volta”.

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