Crotone

Commemorazione di Vincenzo Vento ucciso dalla mafia il 28 aprile 1984 a Castelvetrano

padre. Oggi i parenti lo ricordano e raccontano la sua storia in ogni posto d’Italia. Approfondendo la vicenda di Vincenzo, ho capito che le persone buone esistono e sono la maggioranza e anche se i criminali spesso prevaricano, chi ha fatto del bene rimarrà nella vita e negli affetti dei cari per sempre.”
Commovente la lettera della figlia di Enzo Vento, scritta in occasione della ricorrenza del 2015, per ricordare il suo papà, che vogliamo riproporre per il contenuto toccante e l’importanza dei valori espressi:
“I miei genitori si sono conosciuti da ragazzini e appena ventenni si sono sposati, creando una famiglia meravigliosa allietata dalla nascita dei miei fratelli e da me. Papà non ha fatto mai mancare niente alla sua famiglia, lavorando sempre onestamente.
Dopo tanti sacrifici era riuscito a creare un’attività in proprio, un autosalone di macchine usate e durante il periodo estivo gestiva il lido in località balneare Selinunte, ritrovo di tanti giovani di allora che ancora oggi ricordano Vincenzo con molto affetto. Quando non lavorava dedicava il suo tempo libero alla sua famiglia.
Amava tanto il calcio, ma non poteva esercitarlo perché da ragazzo aveva avuto un incidente con la moto ed era rimasto con un problema alla gamba destra. Questa sua passione la trasmise ai miei fratelli che portava ogni domenica allo stadio comunale a vedere la partita.
La sua giovane vita (aveva 36 anni) fu spezzata sabato mattina 28 aprile 1984, dopo avere accompagnato i miei fratelli a scuola cadeva vittima di un agguato mafioso di cui non era il destinatario, “colpevole” di essersi trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Tutto è finito in quell’attimo, la sua vita distrutta, noi figli siamo stati privati dell’affetto e dell’amore di un papà meraviglioso e unico al mondo, nostra madre sola senza più il compagno della sua vita a crescere i suoi figli.
Abbiamo sofferto tanto, nostro padre ci manca e ci mancherà sempre, anche se siamo stati circondati dall’amore dei nostri zii, dei nonni materni e della nostra mamma che ci ha cresciuti con dei valori basati sul rispetto della legalità, lontani dal sentimento di rivalsa per quella gente che ci ha spezzato un sogno.”
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU

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