Italia

Incontro storico convocato dal CAI a Milano con le guide alpine sulla riforma delle professioni

Destino segnato per il disegno di legge che vuole riordinare le professioni della montagna e istituire la contestata nuova figura di “Guida escursionistica di montagna”, a prima firma del senatore di Italia Viva, Enrico Borghi.

Quantomeno nelle forme in cui al momento è incardinato in commissione Cultura e Sport a Palazzo Madama.

“Questa legge, così com’è, non interessa a nessuno”, sintetizza il presidente del Cai, Antonio Montani, promotore di un incontro “storico”. Oggi pomeriggio a Milano, nella sede nazionale del Club alpino italiano, ha chiamato a raccolta le principali associazioni che hanno a che fare con il mondo dell’accompagnamento in montagna.

Per un giorno, la montagna è scesa in città per confrontarsi vis a vis. Ci sono i padroni di casa, ci sono le associazioni professionali maggiormente rappresentative delle Guide ambientali escursionistiche a livello nazionale (Aigae, Agae, Lagap e Assoguide).

Ma c’è anche l’Associazione guide alpine italiane (Agai), oltre a rappresentanti del mondo dell’arrampicata sportiva, del canyoning e delle guide turistiche.

Una trentina di persone, in tutto. Seppure da remoto e per una breve introduzione, c’è anche la politica, con la senatrice Daniela Sbrollini, sempre di Iv e relatrice della proposta. “Ho fatto una relazione del testo in commissione, ma ci sarà tempo per ricevere altre proposte di legge e, soprattutto, per fare audizioni e ricevere proposte di modifica e integrazioni”, chiarisce.

La parlamentare aggiunge, inoltre, di essere già d’accordo con il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che “se non si troverà la quadra su una proposta condivisa con il tavolo che avete istituito, il disegno di legge verrà bloccato”.

E la strada, visti anche gli esisti del confronto successivo a cui la senatrice non ha preso parte, sembra essere proprio questa.
La volontà di Montani era di mettere, per una volta, nella stessa stanza tante realtà che quotidianamente fanno fatica a parlarsi tra loro e, quando lo fanno, non di rado si pestano i piedi.

“Non c’è tutta questa volontà e interesse da parte della politica a portare avanti la riforma- tira le somme- il disegno di legge ha già difficoltà a raccogliere adesioni, visto che è stato presentato da due esponenti della minoranza, figuriamoci se tutti noi diciamo che così non va bene”.

E, questo, però, sembra essere l’unico punto veramente condiviso da una parte all’altra del tavolo, dove di fatto si ripresenta lo scontro andato in scena nelle scorse settimane (e in lustri di esistenza), seppure a distanza.

Le Guide ambientali escursionistiche contestano il disegno di legge e sono preoccupate dal fatto che la nuova figura di “Guida escursionistica di montagna” possa minare la loro esistenza, che coinvolge circa 7.500 persone in tutta Italia, imponendo la costituzione di un ordine professionale. Inoltre, rivendicano che “non si continui con l’idea che l’escursionismo sia un sottoprodotto dell’alpinismo, dal punto di vista legislativo.

Un buon medico non è necessariamente un buon veterinario”. Le Guide alpine, attraverso il vicepresidente di Agai, Fabrizio Pina, ribadiscono di non essere state coinvolte “in questo disegno di legge né lo abbiamo sollecitato.

Facciamo attenzione prima di cominciare a sparare. Le leggi non le fanno le Guide alpine: anche a noi non piace tutto quello che c’è scritto, fosse solo per la conflittualità che sta creando. Non sappiamo da dove salti fuori, ma crediamo che sia una proposta sepolta prima di partire”.

La sintesi, ancora una volta, prova a farla Montani. “Come Cai crediamo che andare a mettere ordine nelle professioni di montagna sia necessario sostiene il presidente sfruttiamo l’occasione storica di questo tavolo per iniziare a pensare a

modifiche normative che possano veramente agevolare il comparto della fruizione outdoor. Chiedo uno sforzo comune, anche alle Guide alpine, di non accontentarsi dell’attuale apparato normativo che regola le professioni di montagna, partendo ad

esempio da un ragionamento su un’uniformità formativa”. Il tavolo si aggiornerà tra un paio di mesi, probabilmente online, ma tra le prossime tappe potrebbe anche esserci un incontro a Roma, dopo le elezioni di giugno, con il gruppo interparlamentare “Amici della montagna” che si sta cercando di far ripartire.

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