Reggio Calabria

Lazzaro: combustione fanghi depurazione discarica Comunia, secondo Ancadic il sindaco offende la popolazione con le sue dichiarazioni

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Con riferimento a quanto pubblicato sulla pagina Facebook “Città di Motta San Giovanni” e sugli Organi di informazione circa la combustione dei fanghi in località Comunia di Lazzaro, riscontriamo che le manchevolezze e i ritardi negli interventi non sono giustificabili.

Banalizzare e far passare i cittadini per visionari è molto grave. Come si può parlare di speculazione di fronte a un fatto così grave per la salute della popolazione che ha prodotto effetti non di poco conto quali: lacrimazione, prurito in varie parti del corpo, nausea e senso di vomito, inquietudine e serie preoccupazioni.

I nauseabondi e insopportabili odori emanati dalla combustione dei fanghi percepiti per tutto il paese ancora penetrano e vi risiedono nelle abitazioni creando disagio e disgusto ai residenti specialmente durante la consumazione dei pasti e sicuramente hanno prodotto e ancora producono un impatto negativo, anche psichico, sull’esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro, di studio, relazione.

Il mancato tempestivo intervento ha protratto il disastro ambientale costituito dall’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione e dei suoi effetti lesivi, nonché per il numero delle persone offese e esposte al pericolo. Leggiamo nella comunicazione, tra l’altro che quel materiale forse non si sarebbe dovuto trovare in quel luogo.

E’ certo che quel materiale non si doveva trovare in quel luogo anche alla luce di quanto avvenuto a seguito dell’analogo incendio del 2017 quando il fuoco ha covato per oltre 45 giorni. Perché questo grave ritardo oggi nell’intervento visto che l’ARPACAL nell’analoga situazione del 2017 aveva fatto le prescrizioni per spegnere il fuoco che covava sotto i fanghi?.

Perché le Istituzioni e chi di competenza a seguito dei reiterati inviti e richieste di questa associazione di conferire tutto il materiale depositato a cielo aperto in diverse zone della vasta area circostante all’impianto di compostaggio in impianti autorizzati non hanno provveduto e perché il Sindaco quale massima autorità sanitaria e di protezione civile locale non è intervenuto tempestivamente con provvedimenti che le norme di legge gli attribuiscono?

Ah, già dimentichiamo che il Sindaco in fatto di protezione civile è solo bravo a conferire con appositi decreti le nomine di Ispettori Ambientali conferendo anche la qualifica di pubblico ufficiale ai sensi dell’art. 357 C.P. senza però dirci quali competenze in materia hanno questi ispettori.

Perchè la popolazione non è stata tempestivamente informata sulla situazione in atto e sulle iniziative che si intendevano prendere?. Altro che visionari, i cittadini avevano previsto il verificarsi di questo ennesimo disastroso evento. Infatti nella relazione della Camera dei Deputati a firma on. Federica Dieni, attivata dall’ANCADIC, leggiamo tra l’altro a pagina due: “Si rende inoltre più che mai urgente lo smaltimento dei fanghi di depurazione, legnami e altro materiale accatastati nell’area circostante l’impianto di compostaggio, giacché se dovesse andare in fiamme tale materiale le conseguenze sarebbero irrimediabili per la popolazione e per l’ambiente, già notevolmente danneggiato, è opinione della scrivente che sia necessario intervenire con la massima urgenza per la bonifica della zona sopraddetta a tutela della salute della popolazione.

Si chiede con la presente l’attivazione della Prefettura e dell’ASP per i profili di loro competenza e l’invio di aggiornamenti relativi alla situazione……” ”. Da qui le gravissime omissioni delle Istituzioni territorialmente competenti.

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