Reggio Calabria

Melicuccà: la discarica della discordia mette in ginocchio anche gli imprenditori edili

discarica meliccuccà

È il cantiere della discordia: gli interventi di bonifica della discarica per rifiuti solidi urbani di Melicuccà (Reggio Calabria) continua a sollevare polemiche. Ma stavolta a parlare è l’impresa esecutrice dei lavori, che fino ad oggi è rimasta in silenzio, continuando a operare «nonostante le criticità dettate dai continui attacchi mediatici e dalle condizioni climatiche legate a quest’ultimo periodo di piogge».

L’appalto, avviato il 19 Agosto 2020, ha visto l’impresa a lavoro, «nonostante tutte le pesanti condizioni imposte dal contratto spiega Salvatore Di Bella, procuratore speciale del Consorzio Aduno, aggiudicatario della gara da un lato, il cronoprogramma che prevedeva il completamento dell’opera in 75 giorni naturali e consecutivi; dall’altro, la tempistica (solo 10 giorni a disposizione!) per inoltrare all’Amministrazione appaltante tutti gli ordini delle forniture previste in progetto, a prescindere dalla necessità di averle in cantiere.

L’Impresa inoltre ha dovuto far fronte a numerose problematiche impreviste ed imprevedibili emerse durante l’esecuzione dei lavori».

Nonostante le criticità «Le opere all’interno dell’invaso, per esempio, sono partite solo successivamente allo svuotamento dell’area: operazione che ha richiesto ulteriore tempo non previsto» l’Impresa ha proseguito portando avanti tutte le lavorazioni possibili, completando tra l’altro la realizzazione in opera della parte impiantistica prevista in progetto.

«Tutte queste attività e forniture hanno comportato un notevole impegno economico – continua Di Bella – che fino ad oggi abbiamo dovuto sostenere contando solo ed esclusivamente sulle nostre forze».

Infatti, seppur il contratto prevedesse un’anticipazione pari al 30% dell’importo (oltre 180mila euro), da erogare entro 15 giorni dall’inizio delle attività in cantiere, «i dirigenti dell’Ente Appaltante, il Rup e i responsabili amministrativi della commessa continua il rappresentante dell’impresa catanese non hanno ottemperato, senza alcuna giustificazione, all’impegno contrattuale, mettendo in serie difficoltà l’impresa.

Tra l’altro legando l’erogazione di tali somme al raggiungimento di determinati risultati: richieste assolutamente non ammissibili dal contratto e che, nonostante tutto, abbiamo cercato di soddisfare».

Vista l’importanza strategica dell’opera, a causa delle enormi problematiche ambientali legate ai rifiuti che affliggono la zona; nonostante l’opera sia oggetto di pesanti contestazioni da parte delle associazioni ambientaliste (diatriba che va avanti dal 2012), «l’Ente Appaltante, invece di trovare soluzioni utili a risolvere i numerosi problemi che condizionano il cantiere, primo fra tutti il pagamento “dovuto” dell’anticipazione e del primo stato dei lavori già eseguiti dall’impresa (circa 300mila euro che l’Amministrazione si rifiuta di riconoscerci)  concludono dal Consorzio  l’Ente Appaltante (la Città Metropolitana di Reggio Calabria) ha deciso di iniziare una procedura di risoluzione contrattuale, che come prima e immediata conseguenza avrebbe l’effetto di prolungare enormemente i tempi di realizzazione di un’opera ritenuta di massima urgenza».

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