Reggio Calabria

Sequestro di liquido inquinante, l’amministrazione di San Ferdinando “lodevole attività, lo stato continui cosi”

mare san ferdinando

Non ci sorprende l’ennesima notizia di illeciti ambientali perpetrati nell’ambito delle depurazione a Gioia Tauro, lo sanno anche le pietre che questo territorio è oramai un ricettacolo di rifiuti prodotti altrove e di cui le comunità locali pagano gli effetti e subiscono le conseguenze.

Ci conforta, però,  l’iniziativa giudiziaria che ha svelato per tempo un tentativo di immissione di reflui inquinanti nella rete delle acque bianche di San Ferdinando e di conseguenza nell’ambiente marino.

Questo episodio, emerso grazie alle indagini promosse dal Procuratore generale di Palmi ed eseguita dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza e dalla locale Capitaneria di Porto, conferma purtroppo i sospetti che la storia di questo luogo ci porta a ritenere fondati, ovvero che l’inquinamento che distrugge l’ambiente e soffoca l’economia è causato da condotte illegali e azioni fraudolente.

Questa amministrazione comunale, impegnata nel recupero della vocazione turistica di San Ferdinando e a trasformare la città in una destinazione attrattiva, ha già ampiamente sollevato il problema, consapevole che i fattori inquinanti sono molteplici e che è necessario agire su più fronti: la mancata o insufficiente depurazione lungo il corso del Mesima, l’uso improprio delle reti idriche, gli sversamenti illegali e la carente funzionalità delle rete di collettamento e dei sistemi di scarico. Tutto questo costituisce un mix letale per la salute pubblica e lo sviluppo economico.

Per questo accogliamo con grande sollievo la notizia del sequestro operato a Gioia Tauro, è un segnale importante che dimostra, grazie al lavoro degli inquirenti, come le attività di contrasto esistano e stiano andando nella giusta direzione.

Certo, la risposta giudiziaria da sola non è sufficiente, ma è tuttavia necessaria per arginare fenomeni che vanno contrastati con durezza, per dissuadere che intenda proseguire con questi sciagurati comportamenti e – infine –  per far percepire con chiarezza l’estrema gravità dei reati ambientali.

Rivolgiamo quindi un sentito apprezzamento, assieme a sentimenti di gratitudine, al Procuratore Generale di Palmi dott. Crescenti, al Generale Maurizio Cintura della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e al Comandante del Gruppo G.d.F. di Gioia Tauro Danilo Persano, al Capitano di Fregata Vincenzo Zagarola della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro e a tutte le donne e gli uomini che, insieme con loro, hanno bloccato per tempo una azione contraria alle leggi, alla responsabilità di impresa e al vivere civile.

Invitiamo tutti a proseguire nell’opera di salvaguardia dell’ambiente e del mare, sia lo Stato con le attività di prevenzione e repressione, sia la società civile che è chiamata, responsabilmente, a farsi parte attiva per la tutela e la difesa del patrimonio naturalistico di San Ferdinando e dell’intera Piana di Gioia Tauro.

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