Reggio Calabria

Il 10 ottobre l’evento conclusivo del progetto tra le case, un anno di vite cambiate e sguardi incrociati

progetto tra le case - reggio

Un’aula magna gremita di giovani quella dell’Università “D. Alighieri”, di Reggio Calabria. Questo è il primo grande colpo d’occhio.

Alcuni distratti, altri ai margini della soglia. Un piccolo esercito di futuro che restituisce alla nostra città una speranza certa: coltivare il bene è lo strumento principe per non tradire i piccoli.

Anche questo è stato il progetto “tra le case” che la Parrocchia S. Maria Cattolica dei Greci, in ATS con il Convitto “T. Campanella”, il gruppo Agesci X; l’Associazione “A. Sereni” di Radda in Chianti, ha portato avanti insieme ai partner: tre parrocchie del Chianti, l’Università Mediterranea, l’Università “Dante Alighieri”, il comune di Reggio Calabria, la Città Metropolitana, il comune di S. Stefano d’Aspromonte, il comune di Radda in Chianti. Tanti, quindi, le forze coinvolte: amministrazioni pubbliche, enti ecclesiali, scuole, università, enti del terzo settore e del volontariato.

È stato già questo un primo risultato, mettere insieme tante realtà per ragionare sulla necessità di diventare comunità educante”. Così ha esordito don Valerio Chiovaro, ancora per poco parroco della Cattolica dei Greci.

Un anno di attività descritto in numeri da Antonino Spanò, coordinatore macroarea volontariato: sei laboratori, tre sportelli di volontariato, sei esperienze residenziali, 2162 ore di accompagnamento, 594 persone iscritte, molte delle quali hanno partecipato a più di una attività; una cinquantina tra educatori, tutor e volontari.

Un’interlocuzione continua con il Dipartimento per le politiche della famiglia, che ha finanziato il progetto a seguito di una selezione nazionale. Una mole impressionante di carte (rendicontazioni, fatture, preventivi, programmazioni, output, ecc.) problemi e soluzioni. Tutto curato da Annamaria Polimeni, coordinatrice macroarea casa; da Sebastiano Baviera e da Francesco Fortugno, l’anima amministrativa del progetto.

Il gruppo di lavoro -una cinquantina tra educatori tutor e volontari, organizzati da tre coordinatori- però non ha mai smarrito il vero senso del progetto: educare. Educare alla gestione delle emozioni, far maturare un atteggiamento resiliente, restituire il senso della relazione, saper imbastire dialoghi intergenerazionali, saper creare, accompagnare e custodire la comunità, perché la comunità sia educante.

Così, giorno dono giorno, la casa della comunità -le opere parrocchiali della Cattolica dei Greci- si sono ripulite, restaurate, abbellite, ma soprattutto vissute. Proprio così, vissute da un piccolo esercito di futuro che lì ha lavorato, studiato, giocato, servito.

Tante le persone presenti in aula: il Rettore della Università “D. Alighieri”, il Prof. Antonino Zumbo; il rettore della Università Mediterranea, il Prof Giuseppe Zimbalatti; il sindaco di Santo Stefano, il dottor Francesco Malara, la dirigente scolastica del Convitto “T. Campanella”, prof. Francesca Arena; la neosenatrice Tilde Minasi, sempre sensibile ad iniziative educative. Tanti anche gli adulti, molti della comunità parrocchiale, ma soprattutto i giovani che, anche attraverso le loro testimonianze hanno saputo raccontare quanto questo progetto ha lasciato nella loro vita.

E a loro che, infine, don Valerio ha rivolto il suo saluto, ribadendo che libertà, verità e carità sono i cardini su cui poggiare una vita che vuole e può collaborare al bene del mondo. Ne vale la pena!

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