Calabria

Processionaria, il consigliere regionale Lo Schiavo «neppure un euro ancora impegnato per contrastare il fenomeno»

Antonio Lo Schiavo

«Gli interventi di contrasto al dannoso fenomeno della processionaria possono attendere. Nonostante i molteplici richiami, le interrogazioni, gli appelli e, soprattutto, gli impegni e gli annunci, ad oggi neppure un euro è stato impegnato per intervenire sul problema che mette a rischio buona parte del patrimonio boschivo della Calabria».

È quanto afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo che precisa in questi termini il senso del suo intervento: «Lo si è appreso chiaramente oggi, in occasione della seduta della seconda Commissione consiliare Bilancio chiamata, tra le altre cose, a votare la rimodulazione del Piano di azione e coesione (Pac) Calabria 2007/2013.

Ebbene, tra le schede di intervento rimodulate vi era anche quella relativa allo stanziamento di una somma pari a 4 milioni di euro destinata ad arginare l’emergenza processionaria.

Quindi, nonostante gli impegni presi in Consiglio e sulla stampa dall’attuale Giunta regionale, nonostante i ripetuti interventi e le audizioni in Commissione, nonostante le somme già accantonate nella precedente legislatura, si scopre che tali fondi non sono stati neppure impegnati e che si è reso necessario traslarli nella nuova programmazione per non perderli definitivamente.

Con buona pace delle comunità interessate dal fenomeno che si attendevano risposte in tempi rapidi, così come promesso dall’Esecutivo.

Ma, a parte l’evidente danno subito dal territorio e dai boschi calabresi per l’incapacità di mettere a regime gli interventi, nonostante i molti mesi trascorsi dall’annuncio ufficiale risalente al 23 gennaio scorso, il caso processionaria è a dir poco emblematico dato che agli impegni presi (anche in aula in risposta ad una mia apposita interrogazione) non solo non sono seguiti i fatti.

Anzi, si è prolungata oltremodo l’attesa su una questione estremamente urgente, mentre ben 10 mesi fa ci si premurava di affermare come il piano di contrasto fosse “già entrato nella fase attuativa” e come “il fattore tempo” fosse “essenziale” per “farsi trovare pronti”.

Ora, delle due l’una: o dalle parti della Cittadella si applica al tempo la Teoria della relatività oppure, più probabilmente, la politica degli annunci appare molto più semplice di quella del fare».

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